
Altro che pioggia o temporale, è stata una tempesta quella che ha spazzato via sinistra e sinistroidi dal parlamento italiano. Vedere i banchi dove fino a poche settimane fa sedevano i compagni di rifondazione, occupati da Rosy Bindi, fa un po' tenerezza, per non dire altro. Aldilà della questione puramente folkloristica però, un dato incontrovertibile si può leggere: sembra aver perso di significato la funzione dell'opposizione di sinistra alle destre. Mi spiego meglio. Il ruolo a volte pungente, a volte irriverente, a volte intransigente della sinistra in parlamento, ha prodotto negli anni vere e proprie rivoluzioni politiche, che poi sono state condivise dagli schieramenti più moderati. Queste azioni non hanno permesso alle destre di svolgere la loro funzione annacquante, tipica di chi vuole fare le cose sbagliate tingendole da cose gloriose. Invece oggi, già prima delle elezioni, abbiamo assistito ad un buonismo dilagante, ad una voglia matta de "volemose bene" che concede al governo di destra troppe libertà, se mi passate l'allusione.
Insomma, se da una parte l'intrasigenza manifestata in alcune circostanze dalla sinistra ha prodotto malumori, mugugni, fastidi, anche e sopratutto nel centro sinistra, dall'altra parte ha garantito un'opposizione efficace contro le destre liberiste e populiste che non hanno fatto bene all'Italia in 5 anni di governo Berlusconi. Oggi, domani, non sarà più così e il sistema rischia di appiattirsi parecchio, confondendo i contorni di un quadro che si è voluto dipingere più semplice, ma che semplice non è.
Allora il futuro cosa ci riserva? Quale sarà la funzione di questa sinistra extraparlamentare? Probabilmente, nel pensare ad una riorganizzazione, non bisogna dimenticare di rappresentare le istanze di opposizione di quel milione e mezzo di italiani che l'hanno votata e che comunque non si riconoscono nelle forze elette in parlamento. Allo stesso tempo, è di vitale importanza trovare nuove strategie, nuove idee, nuovi volti, per dare alla sinistra italiana un futuro, serio, vero, vivo, senza nostalgie ne rimpianti, ma con tanta voglia di fare il bene di questo paese.
Allora riprendiamoci le piazze, ma riprendiamoci pure le fabbriche, torniamo a parlare con le famiglie degli operai, dei contadini, torniamo nelle scuole, insomma torniamo a fare la sinistra, ma non quella che grida e basta, ma quella delle grandi rivoluzioni culturali, delle conquiste dei diritti, della difesa degli ultimi. Non diamoci troppo presto per morti, come oggi si divertono a fare in molti, perchè questo essere cadaveri della politica, non farà bene al paese, anzì, lo renderà ancora più schiavo del mondo fasullo venduto in tv da Berlusconi.